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Studio Agronomia Dr. Maurizio Frattali  

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TERMINOLOGIA AGROALIMENTARE

DISCIPLINARE Dl PRODUZIONE: nel caso dei prodotti tipici

  • DOP (denominazione di origine protetta),

  • IGP (indicazione di origine protetta),

  • DOC (Denominazione di origine controllata), questo rappresenta il cardine su cui si fonda la certificazione della qualità ed è esaminato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali (Mipaf), che verifica la sua rispondenza ai canoni previsti da detti marchi di qualità.

DOP (Denominazione Origine Protetta) - Reg. CEE 2081/92:

Con questo termine, s'intende il nome di una regione, di un luogo determinato o in casi eccezionali di un paese, utilizzato per designare un prodotto agricolo alimentare che sia originario di quel luogo; abbia qualità o caratteristiche derivate dall'ambiente geografico; l’intero ciclo produttivo del prodotto (produzione, trasformazione ed elaborazione) avvenga in quel luogo.

IGP (Indicazione Geografica Protetta) - Reg. CEE 2081/92:

Con questo termine, s'intende il nome di una regione o di un luogo determinato utilizzato per designare un prodotto agricolo o alimentare che sia originario di quel luogo; abbia un elemento attribuibile all'origine geografica; almeno una delle fasi del ciclo produttivo (produzione o trasformazione o elaborazione) avvenga nell'area geografica determinata.

DOC (Denominazione di Origine Controllata) - Reg. Ce n. 1493/99:

E’l'acronimo di Denominazione di Origine Controllata; appartengono a questa categoria i vini in cui la zona di origine della raccolta delle uve per la produzione del medesimo vino è in sostanza delimitata come prevedono i disciplinari di produzione.

ETICHETTATURA: insieme delle mensioni, indicazioni, marchi di fabbrica, marchi di qualità, date e tipo di lavorazioni che figurano sull'imballaggio dei prodotti.

FlLIERA: si intende per filiera l'intero percorso che porta all'ottenimento di un dato prodotto alimentare e non, che comprende quindi tutte le fasi di produzione, con i relativi mezzi e materie prime impiegate.

ISTITUTO Dl CERTIFICAZIONE: ente che si occcupa di garantire la qualità di un determinato prodotto. Nel caso di prodotti di marchio DOP, IGP, DOC, DOCG, STG, questo verifica la rispondenza delle procedure produttive dell'azienda ai canoni stabiliti nei regolamenti comunitari che legiferano in materia (Reg. CE n°. 2081-2082/1992), al fine di rilasciare i marchi stessi, e provvede inoltre alla stesura dei disciplinari di produzione.

OGM FREE: si intende con questo termine un alimento prodotto con metodi di agricoltura convenzionale o biologica o un territorio esente da coltivazioni di organismi geneticamente modificati

Prodotto OGM FREE: e obbligatorio per le imprese l'indicazione sull'etichetta di alimenti e mangimi della presenza di prodotti OGM sopra la soglia dello 0,9%.

Normativa: i Regolamenti CE n. 1829-1830/03 obbligano le aziende produttrici ad indicare la presenza di OGM se presenti in percentuale superiore allo 0,9%, abbassando la precedente soglia dell'1 %, mentre aumenta da 0 a 0,5% la soglia per la presenza accidentale di materiale. I regolamenti europei inoltre rendono obbligatoria la tracciabilità della porzione di OGM contenuta in alimenti e mangimi.

Comune OGM FREE: la normativa europea per ora; non consente di mettere al bando da una regione l'uso di organismi geneticamente modificati, nonostante ciò molti Comuni italiani in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Campania,Sardegna, Calabria hanno gia deliberato il loro impegno a tenere lontani dal proprio territorio gli organismi geneticamente modificati, impedendo le coltivazioni e le sperimentazioni agricole.

SALUBRITA’: definisce l'idoneità al consumo umano per un determinato prodotto alimentare. E’ garantita da un lato dal rispetto di regole igienico sanitarie che preservino da contaminazioni chimiche e microbiologiche, dall'altro dalla composizione dell'alimento in sostanze nutritive. La dieta squilibrata è infatti la principale causa dell'obesità e delle malattie correlate che costituiscono (secondo stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) il 45.9% del carico totale mondiale di malattie. Fare attenzione alle etichette che riportano gli ingredienti è uno dei metodi per limitare i rischi della cattiva alimentazione.

SICUREZZA ALIMENTARE: non è associata semplicemente allo stato sanitario del prodotto, ma ad una serie di parametri che garantiscono al consumatore l'utilizzo di alimenti controllati e a rischio limitato di contaminazioni, tra i quali: assenza di organismi geneticamente modificati, adesione a metodi di coltivazione biologica o integrata, tracciabilità e rintracciabilità delle componenti del prodotto. Il significato di sicurezza è però legato anche alla disponibilità del cibo ed all'accessibilità all'utilizzo di questo. Per garantirla, un Paese deve essere capace di produrre o importare il cibo necessario ed essere in grado di conservarlo, distribuirlo e assicurarne una distribuzione equa. Povertà e malnutrizione sono i principali ostacoli alla sicurezza alimentare per la maggioranza della popolazione mondiale.

Normativa: con il regolamento CE n. 178/2002 viene istituita l' Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA) (Parma), che ha il compito, per conto della Commissione Europea, di fornire consulenza scientifica e tecnica a sostegno della politica dell'UE e della legislazione in materia, di lanciare rapidamente l'allarme sui rischi di salute alimentare e di tenere il pubblico informato su tali temi.

a cura di Federico Gallina “Lazio informazione” n° 4/95

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